Venezia 1944. Max Sereni è uno studente di medicina ebreo, la sua famiglia è stata deportata, lui vive nascosto in una soffitta. Non vuole scappare perché a Venezia vive Hélène, la ragazza che lui ama, figlia di un fascista antisemita. Max viene però catturato. Hélène fa allora un gesto d'amore estremo: decide di seguirlo facendosi passare per ebrea, si fa deportare con lui. Si sposano sul treno dei deportati e mentre il convoglio attraversa la Polonia, riescono a fuggire. Li intercetta una unità nazista e Max viene gettato tra le persone da fucilare. Hélène non è ebrea e viene risparmiata. L'ufficiale dell'unità, Thomas Köller, la costringe ad assistere al massacro. Max, nel mucchio dei cadaveri nella fossa, è ferito ma sopravvive. Hélène diventa invece l'oggetto di torture e abusi da parte di Köller che si lega a lei in maniera ossessiva. Trascorsi quindi anni, Max, che si era unito alla resistenza polacca e che alla fine della guerra era finito in un gulag sovietico, ricompare in Polonia alla ricerca di Hélène. Viene però a sapere che lei è morta, uccisa da Köller. Lo scopo della vita di Max diventa quello di vendicarla.