Un'immensa opera d'arte, a forma di croce greca. Un'architettura, progettata dal Bramante nel 1513, affrescata in ogni suo angolo. Un santuario costato 200 anni di lavorazione, umiliato con intonaci grezzi che hanno ricoperto molti dei suoi affreschi, e ora in via di progressivo ritorno alla luce. In questo monumento del culto mariano - il Santuario di Mongiovino, in Umbria, a pochi chilometri dal Lago Trasimeno - è entrato lo sguardo di Elisabetta Sgarbi, a osservare finalmente da vicino i gandi affreschi di Johannes Wraghe (1567), Niccolò Circignani detto il Pomarancio (1569-70), Giovan Battista Lombardelli (1567), Arrigo Van den Broeck (1564) e Orazio di Paride Alfani (1552).