Tiberio Mitri sale sul ring per caso a 20 anni. Nel '48 diventa campione italiano, titolo che conferma l'anno dopo. Nel '50 sposa il suo grande amore, Fulvia Franco, la Miss Italia del '48, friulana come lui. Lei, ambiziosa, sogna Hollywood, lui ce la vuole portare: intanto però Jack La Motta, toro scatenato, ferma la sua corsa a New York in un incontro per il mondiale dei pesi medi. È l'inizio della fine: la Franco lo tradisce, lui che è sempre stato uno sciupafemmine la rincorre ovunque. Uno come Mitri, temperamento duro, abituato alla boxe della vita, può anche risorgere. Il campione di un tempo, ormai ombra di se stesso, sovrappeso, dedito al fumo e all'alcool, viene riconosciuto da un storico allenatore, Luigi Proietti, in un bar di Via Merulana a Roma, vicino l'antica palestra Indomita. Aveva solo 30 anni. L'allenatore giurò di riportarlo sul ring, e da vincente. Così avvenne.