Letterato, liberale, carbonaro: tutto questo è Silvio Pellico, martire ed eroe del nostro Risorgimento. Nato piemontese, scrittore e drammaturgo di professione, si schiera a favore degli ideali di indipendenza e democrazia promossi dalla Giovane Italia di Mazzini. Una scelta pagata con dieci anni di carcere, prima ai Piombi di Venezia e poi nel terribile Spielberg in Moravia. Sopravvissuto alla durissima esperienza, spinto dal suo confessore, Pellico decide di raccontare quel doloroso decennio, dando vita a un'opera pubblicata nel 1832 sotto il titolo "Le mie prigioni". Una testimonianza cruda e sincera, che diventa un simbolo della lotta contro l'oppressione austriaca e un inno alla libertà di ogni uomo.