Il 9 ottobre 1963 alle ore 22.39 dal monte Toc, che in dialetto friulano vuol dire "marcio, friabile" si staccano 260 milioni di metri cubi di roccia che si riversano nel lago artificiale formato dalla diga ad alta curvatura più alta del mondo. Progettata dall'ing. Semenza, la diga sul torrente Vajont, alta 263 metri, tra le montagne a nord di Belluno, doveva portare l'elettricità in tutte le case del nostro paese. La giornalista dell'Unità Tina Merlin per anni, sulle pagine locali, aveva denunciato i pericoli, le omissioni e i silenzi, ma pur di vendere gli impianti all'Enel si minimizza e si preferisce credere all'anziano geologo Giorgio Dal Piaz piuttosto che al giovane geologo Edoardo Semenza, figlio del progettista della diga. Nessuno comunque era arrivato ad immaginare che la frana avrebbe formato un'onda alta 250 metri e che 50 milioni di metri cubi di acqua avrebbero formato un gigantesco fungo liquido che piombando sulla valle avrebbe spazzatro via tutti i paesi sottostanti provocando la morte di 2000 persone.