L'11 settembre 1683 trecentomila guerrieri chiamati da ogni angolo dell'impero ottomano tengono Vienna sotto assedio. Sono comandati dal gran visir Kara Mustafa, al quale il sultano di Istanbul ha affidato il vessillo del Profeta: lo stendardo verde con la luna crescente dorata che la tradizione rivendica essere appartenuta al profeta Maometto in persona. Lo scopo della loro aggressione è di issare quella bandiera su tutte le capitali d'Europa, tra le quali, in ultimo, Roma, la culla della cristianità. Nonostante due mesi di resistenza eroica, il destino di Vienna sembra segnato. Alle prime luci dell'alba, un monaco cappuccino tiene messa in cima alla collina che sovrasta la città. Poi, con un ultimo appassionato sermone, incita le truppe cristiane. Il suo nome è Marco da Aviano, consigliere e la guida spirituale dell'Imperatore Asburgico Leopoldo I. La battaglia tra i due eserciti opposti si trascina fino al tramonto, con risultati alterni per le due parti, in un gioco strategico di avanzate e ritirate, finché la Lega Santa, guidata da Re Polacco Jan III Sobieski conduce l'assalto finale che sbaraglia le truppe ottomane e l'ultima resistenza dell'accampamento nemico.