Durante la Seconda guerra mondiale Giovanni Bertone conduce la sua esistenza tra un imbroglio e l'altro, millantando amicizie altolocate e, creando false speranze, estorce soldi ai familiari dei detenuti politici che sperano di far liberare i propri cari. Scoperto dal comandante delle SS Muller viene condannato ai lavori forzati o alla fucilazione. Intanto, gli uomini del comandante Muller catturano un generale badogliano, Fortebraccio Della Rovere, che doveva assumere il comando della Resistenza nel Nord Italia, ma lo uccidono per sbaglio e con la sua morte va in fumo la possibilità di estorcergli informazioni importanti sulle attività della resistenza nel territorio della Repubblica di Salò. Muller, allora, decide di tendere una trappola ai partigiani mandando un falso generale nel carcere di S. Vittore a Milano: la scelta cade su Bertone, facilmente ricattabile e dotato di grandi doti di dissimulazione. Bertone è dunque costretto a fingersi il Generale Della Rovere e, per la prima volta nella sua vita, veste i panni di un uomo d'onore. Ma nell'orrore del carcere, tra i detenuti vessati dalla violenza delle SS, la finzione si confonde con la realtà, facendo ritrovare al codardo Bertone valori dimenticati.