Iqbal, un bambino pakistano proveniente da una famiglia molto povera, è affidato dal padre a un commerciante di tappeti, che lo porta a lavorare in una fabbrica, dove i bambini della sua età vengono sfruttati, puniti per ogni piccolo errore e percossi a ogni tentativo di ribellione. Iqbal, forte e coraggioso diventa il punto di riferimento degli altri bambini, con cui riesce anche a ridere e a scherzare. Quando ormai ha raggiunto i dieci anni, riesce a scappare. Incontra Ulla Khasi che si occupa di minori sfruttati e che gli fa intravedere un mondo diverso, nel quale i bambini della sua età vanno a scuola, hanno dei diritti. Iqbal decide di impegnarsi per la libertà dei bambini schiavi e denuncia le fabbriche dello sfruttamento, i trucchi e le connivenze che lo rendono possibile. La sua voce inizia a essere ascoltata e ripresa dai giornali dalle televisioni occidentali, dalle organizzazioni umanitarie. Il sistema comincia a entrare in crisi, le esportazioni dei tappeti iniziano a contrarsi, il bambino diventa un problema. Il 16 aprile 1995, Iqbal Masih viene assassinato.