Italia, XX secolo. Il fascismo è una gigantesca scena teatrale, che, improvvisamente, crolla. Dopo il fascismo viene eretta un'altra scena, la Repubblica, con l'aiuto degli Stati Uniti, per garantire la ricostruzione. Dopo la ricostruzione, il progresso, a cura del partito di maggioranza, la Democrazia cristiana. Quindi, scoppia la rivolta, uomini, donne e giovani valutano tutte le possibilità attorno alle quali convogliare diritti e bisogni. Dopo la rivolta, la caduta, verso il conformismo della civiltà di massa. L'epilogo riguarda tutto e tutti, fino al baratro inaugurato dal caso della loggia P2, con cui inizia una nuova fase della storia della Repubblica. Questa scena italiana si intreccia con la scena vera e propria, il teatro, che in questi anni è prevalentemente il teatro del regista, da Visconti a Strehler, da Trionfo a Squarzina, da Enriquez a Scaparro. Il teatro del regista, teatro alto e popolare al tempo stesso, punta a mettere a nudo, e crudo, la maschera della politica.