Carlo di Carlo racconta la diffusa presenza dell'obiettivo di operatori e fotografi dell'Istituto Luce in tutte le fasi socio-culturali del Paese, dal fascismo alla Liberazione. Uno sguardo vigile, censorio e rivelatore, che volendo promulgare la propaganda di regime produrrà per paradosso uno stile moderno e la più libera delle correnti cinematografiche: il Neorealismo.