Nel 1943 il commissario Kersten indaga su una serie di omicidi di giovani donne, tutti identici, e individua lo strangolatore in Bruno Lüdke, uno squilibrato. Un gerarca della Gestapo vorrebbe sfruttare il caso a fini razziali, proponendo un piano di eliminazione di tutti gli individui tarati ma, rendendosi conto che lo psicopatico ha cominciato la sua attività con l'avvento del nazionalsocialismo, decide di insabbiarlo: il caso Lüdke non è mai esistito. Kersten, diventato un testimone scomodo, è inviato sul fronte russo.