Una salute di ferro
L'individualità di Tobias è assediata, non sovrana di se stessa. Ritiratosi emotivamente dalla vita e rinchiuso nella sua ipocondria, si dirige per l'ennesima volta dal medico convinto di stare per morire. Ostentando la sua buona fede si invischia negli affari di famiglia del dottor Svarsky, un luminare della medicina che per mantenere un tenore di vita alto si è dedicato all'omeopatia. Traghettato dalla suocera di Svarsky, questo eroe in pantofole attraversa l'amore, il tradimento, la rivoluzione verso i suoi falsi idoli e il disagio per una mediocrazia che reprime il genio e il talento. Tobías, che a cinquant'anni vive ancora con la mamma, scandisce la narrazione con un flusso di coscienza che è parte integrante di questo viaggio. In una vicenda che si svolge in meno di un pomeriggio Casacuberta riscrive L'educazione sentimentale di un uomo di mezz'età, con la stessa ironia e pessimismo di Flaubert ma in uno scenario da Il grande Lebowski, mostrandoci come le nostre odissee individuali si possano rivelare "più vacue e insignificanti della vita di una vongola".