Speranza contro speranza

Speranza contro speranza

Sincerità d’accenti, semplicità tragica, dignità, humour fanno di queste Memorie un capolavoro senza tempo. Nadezda, in russo, vuol dire speranza, e mai come nelle Memorie di Nadezda Mandel’stam, sperare, nonostante tutto e contro tutto e tutti, è stato un imperativo e un insegnamento. Uscite per la prima volta clandestinamente dall’Urss negli anni Sessanta, e subito tradotte negli Stati Uniti, le Memorie della Mandel’stam, ora pubblicate in Italia per la prima volta in edizione integrale, raccontano il dramma di una generazione intellettuale all’indomani della Rivoluzione: le illusioni prima, la paura poi, la menzogna come habitus mentale, infine. Raccontano altresì gli anni Trenta dello stalinismo, quando un’intera generazione di narratori, critici, poeti, da Osip Mandel’stam a Anna Achmatova, due nomi per il tutto, viene ridotta al silenzio, alla deportazione, alla morte. Infine, gettano uno sguardo sullo sconvolgimento che la morte di Stalin provocherà in un Paese talmente asservito dal terrore dall’essere incapace di capire che cosa quella scomparsa possa significare. Sincerità d’accenti, semplicità tragica, dignità, humour fanno di queste Memorie un capolavoro senza tempo.
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