Le lettere di Fantozzi
«Caro lettore, Le lettere di Fantozzi sono soltanto la raccolta di una mia collaborazione domenicale ad un quotidiano di Roma. Per chi fa un mestiere che lo tenga impegnato a tempo pieno (il mio caso), la scadenza della consegna settimanale, diventa – alla lunga – una severa punizione. E si finisce per buttar giù, sempre alla peggio, degli stentati pezzulli legati a fatti di attualità, che quando questo libro uscirà saranno lontani e dimenticati». Era il 1976 e, mentre al cinema usciva Il secondo tragico Fantozzi, Paolo Villaggio dava alle stampe il terzo libro della serie, che si concludeva con questa nota autoironica e corrosiva. Sbagliava due volte, Villaggio: la prima a ritenere che si trattasse di una raccolta di stentati pezzulli; la seconda a pensare che i fatti di attualità di cui scriveva sarebbero stati presto dimenticati. Dalle stragi al divorzio, dal movimento studentesco al femminismo, nelle lettere che il ragionier Ugo Fantozzi invia settimanalmente al direttore di un quotidiano romano troviamo una radiografia impietosa dell’Italia degli anni Settanta e, insieme, il lato «politico» di uno dei personaggi più amati del nostro cinema. Prefazione di Steve Della Casa.
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