Barrikaden. Il movimento delle case occupate a Berlino
Il diritto alla casa è una delle questioni più difficili da affrontare per le amministrazioni pubbliche: housing sociale, affitti calmierati, dislocazione e gentrificazione... Nel corso degli ultimi anni a ogni emergenza sono seguite politiche poco efficaci. Forse è giunto il momento di prendere esempio da qualche progetto utopico del passato che ha saputo sperimentare un sistema abitativo più sostenibile, come nel caso del movimento delle case occupate di Berlino. Considerata come un’isola dei sogni, Berlino Ovest fu meta delle persone più alternative d’Europa, grazie all’esonero del servizio militare e alla vetrina di falsa tolleranza che l’Occidente contrapponeva al grigiore repressivo della Ddr. In quella città divisa in due nacquero diverse idee di lotta anticapitalista e la più importante fu proprio quella legata alle occupazioni di palazzi abbandonati dalla speculazione edilizia, i famosi squat. Dopo la caduta del Muro e in assenza di una legislazione condivisa tra Est e Ovest, esplose un grande fermento sociale, una “breve estate dell’anarchia” dove per alcuni mesi tutto fu possibile. Supportato da un affascinante apparato iconografico, frutto di una lunga ricerca negli archivi storici tedeschi, corredato da mappe, illustrazioni e cronologie realizzate dall’autrice, “Barrikaden” ripercorre le tappe fondamentali di questo movimento, una narrazione di amicizie resistenti, feste di strada e avventure in luoghi strappati all’abbandono e trasformati in spazi comunitari autogestiti.