Going underground. Stile, gusto e consumi nelle sottoculture giovanili
La legittimità dell’illegittimità potrebbe costituire il massimo comun denominatore delle sottoculture. Hipster, beatnik, mod, skin, punk, raver: per vari decenni, a partire dal dopoguerra, le sottoculture e le controculture giovanili hanno scandito il susseguirsi delle generazioni contribuendo in maniera decisiva a reinventare non solo le pratiche artistiche ma anche le forme dell’aggregazione collettiva e dell’agire politico. "Going underground" si propone in primo luogo di fare il punto sulle analisi e le narrazioni che, a partire dagli anni settanta, hanno cercato di cogliere le specificità delle culture dissidenti giovanili. Il volume cerca poi di verificare come le categorie elaborate in riferimento al mondo anglo-americano possano essere applicate al caso italiano, ossia alla particolare vicenda delle sottoculture/controculture del nostro paese, segnata da specificità molto significative. A conclusione di tale itinerario, l’interrogazione si sposta sul presente, ponendo la questione delle affinità e differenze fra le tendenze giovanili contemporanee e quelle che hanno segnato la seconda metà del Novecento.
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