SeGreta Garbo. La prima diva queer
Cento anni fa, nel marzo del 1924, usciva nelle sale cinematografiche in Svezia "La leggenda di Gösta Berling". Diretto da Mauritz Stiller, il film aveva come protagonista femminile Greta Lovisa Gustafsson. Da quel momento sarà per tutti, ufficialmente, Greta Garbo. È l’avvio della straordinaria carriera di quella che è considerata universalmente la più grande diva del cinema mondiale. La Divina Garbo. Stefano Mastrosimone ha scritto la biografia completa – e in qualche modo definitiva – dell’incredibile ascesa (e del lunghissimo ritiro dalle scene) della ragazza nata il 18 settembre del 1905 in una famiglia operaia di Stoccolma, che grazie alla propria determinazione e al proprio talento diventa non solo un’attrice di fama universale, ma un’icona glamour di eleganza e modernità. La modernità e l’attualità di Garbo sono ancora più stringenti oggi: se è vero che la Divina ha anticipato come nessun altro i tempi, portando alla ribalta – nella seconda metà degli anni Venti! – la questione di genere, parlando di sé al maschile (lei si percepiva così) e diventando di fatto la prima “diva queer” della storia del cinema. Garbo che fumava, guidava la macchina e fuori dal set, fatta eccezione per qualche occasione ufficiale, indossava pantaloni, scarpe basse, cravatte, camicie e giacche di foggia maschile, e per la notte comodi pigiami da uomo, a righe. Questo è il ritratto senza reticenze di una diva che ha voluto tenacemente essere sempre se stessa, indipendente e anticonformista, riuscendo ad affermarsi in un mondo totalmente gestito e dominato dal potere maschile. Una storia di riscatto, in cui molti possono rispecchiarsi.