La casa dei topi
Il romanzo è un’autobiografia posseduta da un passato cui danno vita le voci tenaci dei ricordi che si odono bisbigliare come un segreto che brucia in un disordine cronologico. Atmosfere d’infanzia e di adolescenza inquiete, che il tempo, dopo averle sotterrate, trasforma nella tirannia di un incantesimo. Il dono ha un nome: Elena, la nonna. L’autrice la filtra attraverso il suo sguardo, la evoca a partire da una frase, da un gesto, con una lingua magica piena di rituali. Nonna e nipote interpreti di una storia piena di incastri, dove i sentimenti spaziano nel susseguirsi di azioni consegnate ad altrettanti personaggi. E sempre attraverso lo sguardo inchioda un uomo importante che, quando arriva, le pagine si illuminano. L’acqua viene eletta sublimatrice del passato, il moto del fiume, lo scorrere del tempo. Un libro che continua a sognare la casa in cui è stato, le persone che lo hanno attraversato e abitato per una notte, una stagione, anni, una vita intera. Un viaggio in immersione, un’indagine della nostalgia nel buio della dimenticanza. Il vero senso delle cose a volte emerge da solo, ci viene a cercare e ha radici lontane. Il passato che torna con tutti i suoi segreti.
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