Interno notte

Interno notte

La silloge costituisce un’unica partitura poetica articolata in tre sezioni, dal titolo “Camera oscura”, “Ferite e feritoie” e “Infinito presente”, ciascuna delle quali - quasi una sequenza cinematografica - intende declinare da una prospettiva specifica la dimensione chiaroscurale dell’esistenza umana e il silenzio della parola che si fa carne, corpo, luce e voce. La prima sezione della silloge, con richiami illuminanti alla poetica di Paul Celan, rivela quale sia, in realtà, la necessità della poesia: strappare qualche parola al buio e consegnarla ad uno sguardo. La seconda sezione è ispirata al tema lacaniano dell’incontro di ciascuno con l’altro da sé e con l’altro in sé, quale traccia del proprio esilio. Nella terza ed ultima sezione, l’autrice, richiamandosi, in particolare, alla poesia di Antonia Pozzi e Lalla Romano, riscopre la giovinezza del tempo, quell’infinito presente di volti, emozioni, sentimenti che, come un soffio eterno, ritorna alla memoria ancora vivido e vivo, tra ruderi e fiori, cime e abissi.
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