Riot. Anatomia della rivolta. Ediz. integrale
Nelle stagioni passate del conflitto politico, la sollevazione di massa si esprimeva sotto l’ombra della categoria di Rivoluzione. Un’“epoca delle rivoluzioni” iniziata in Europa nel 1789 e finita negli anni ’70 del ’900. Se la Rivoluzione era un complesso di programmi politici universali, una visione di come è orientato il tempo storico e di quali soggetti hanno il compito di sovvertirlo, cosa ne resta oggi? Che temporalità, quale orizzonte e che visione del futuro ci offre lo scenario frammentato delle Rivolte contemporanee in quanto azioni puramente destituenti, gesti senza ambizioni di governo, forme positive del rifiuto? Quale Rivoluzione è possibile all’epoca del capitalismo cibernetico e del regime di visibilità digitale che riduce la politica stessa a pura rappresentazione? Forse la Rivoluzione può essere ripensata non più come governo, dialettica storica, programma alternativo, ma come Rivolta, separazione qui e ora dal disastro di questa civilizzazione, per riconquistare una presenza al mondo.
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