Pieni di grazia. Storie di droga e sogni al tempo dell’AIDS

Pieni di grazia. Storie di droga e sogni al tempo dell’AIDS

Il racconto di 30 anni che vanno dagli anni ’70 al 2000 narrati dall’esperienza di un ragazzo di provincia che ne vive in prima persona inizialmente l’entusiasmo degli anni ’70 e del “movimento studentesco”, simboleggiato da parole d’ordine quali “l’immaginazione al potere”, “riprendiamoci la cultura”, “la felicità, subito!”, in cui si parlava di sé e del mondo che si desiderava; poi la disillusione, con la trasformazione sociale in senso repressivo che cancella ogni attività dei circoli giovanili, che porterà molti ragazzi dell’epoca a cedere al vizio dell’eroina; infine l’incubo dell’AIDS e la lotta per “restare umano”. L’eroina è sostanza piuttosto democratica. L’esperienza di un tossico è simile a quella di tutti. O quasi. Così nella sofferenza fisica, che in quella morale. Chi come me si era smarrito nei territori dell’eroina, era ormai solo, separato, isolato. È davvero molto impegnativa la vita di un tossico. Molto più di quanto si creda. Una corsa nella quale, insieme ai miei giorni, avrei bruciato legami, affetti, aspettative e speranze. Esattamente come successe agli altri, mi adattai ad ogni espediente pur di trovare denaro.
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