Scritti metafisici. Dialoghi dei morti
L’amore è l’unico fatto della vita quotidiana che ci elevi alla realtà metafisica. L’amore e la morte sono fratelli perché sono i due rami della scala per cui l’intuito metafisico discende nella nostra vita concreta e volgare e conquide anche i più refrattari e i più ottusi. Sono fratelli, perché sono i soli due fatti di efficacia trascendentale, i soli che ci sollevino di là dalla realtà sensibile e ci diano la sensazione diretta che l’esistenza di questa è una ombra fallace. Che v’è che più completamente dell’amore ci liberi dall’illusione dello spazio e del tempo? Esso è l’unico fatto della vita quotidiana che ci renda immediatamente tangibile l’inesistenza reale dell’uno e dell’altro. L’amore, nella sua più intensa esaltazione, ci conduce alla soppressione delle due parvenze; e, nel suo più turbinoso rapimento, ci eleva alla mistica intuizione d’un Uno non spaziale o non temporale.