Contro natura
Da sempre – in ogni luogo, epoca e cultura – gli esseri umani hanno chiamato in causa la natura per avvalorare o difendere modelli sociali e principi morali diversissimi, spesso addirittura antitetici: il razzismo e i diritti umani universali, il darwinismo sociale e il dovere di mutuo sostegno, il sistema di caste e l’egalitarismo. Ma come si è giunti a far coincidere ciò che è «naturale» con ciò che è giusto e ciò che è «contro natura» con una deprecabile aberrazione morale? E come è possibile che le drastiche e irreversibili rivoluzioni nei costumi e nelle leggi – e le profonde riflessioni filosofiche e politiche che le hanno accompagnate – nulla abbiano potuto per sradicare l’umana tentazione, o necessità, di derivare un ordine morale da quello naturale? Per rispondere a queste domande Lorraine Daston analizza tre particolari tipi di ordine che ricorrono in tutta la tradizione filosofica occidentale – la natura delle specie, la natura dei luoghi e le leggi natura universali – scoprendo che, di fronte al sovvertimento di questi ordini, siamo travolti da emozioni altrettanto specifiche (e spesso violente): l’orrore, il terrore e lo stupore. Partendo da questa brillante cornice interpretativa, Daston ci conduce in un’avvincente indagine storica e filosofica che esplora la natura delle norme, il nostro coinvolgimento emotivo nelle violazioni dell’ordine morale e il nostro incessante bisogno di cercare nella natura la legittimazione delle nostre regole, e fornisce risposte altrettanto brillanti in grado di incastonare l’infinita mutevolezza delle norme nel quadro universale della normatività, e di riconciliare la finitezza della nostra ragione con quello sconfinato, variegato, versatile serbatoio di senso che chiamiamo «natura».