Storie a metà
Un racconto a quattro mani? Una narrazione che si intesse temporalmente per poi divenire un’unica storia? Due storie separate che forse si incontreranno. O forse no. Le storie si intrecciano indissolubilmente con il periodo del sessantotto, delle manifestazioni studentesche, delle forti contrapposizioni politiche quando il concetto di antitesi tra sinistra e destra, comunismo e fascismo, era certo e tangibile. Gli anni Sessanta sono stati gli anni dell’incoscienza ma anche, per un certo verso, quelli dell’innocenza… Abbiamo avuto la fortuna di nascere in un periodo magico, quello del grande boom degli anni Cinquanta e, soprattutto, degli anni Sessanta, quello della contestazione giovanile, quello dei grandi ideali che guardavano alla prospettiva di costruire un mondo migliore, più giusto, più equo, più solidale, più attento ai bisogni degli ultimi e in tal modo più creativo, gioioso e felice. Noi, nel nostro piccolo, quegli ideali li abbiamo perseguiti con ostinazione, difesi con forza e raggiunti in buona parte. Un medico, Cesare, e un direttore artistico, Antonio, che per un po' si perdono di vista ma poi si ritrovano, accorgendosi che negli anni le loro strade pur dissimili hanno sempre seguito un obiettivo comune.