Avanzi di giustizia. Memorie di una interprete di tribunale
Tra i grattacieli che si stagliano sui vicoli vocianti e caotici della città, echeggia maestoso, con le sue torri, il Tribunale di Napoli nei cui labirintici corridoi, tra avvocati freschi di barba e giudici eleganti, si muove in punta di piedi e con garbo Lucia, interprete della sezione penale, anello di congiunzione tra il mondo legale e quello reale. Attraverso il suo sguardo il lettore si addentra nelle aule del tribunale e nei racconti dimenticati degli avanzi di giustizia: nel dolore di una donna picchiata dal suo uomo, nella disperazione di una ragazza violentata che vuole dimenticare la vergogna, nelle traversie di un immigrato che spera nell'umanità di una sentenza per riscattare la propria condizione. Lucia non sa raccontare le cose scritte nei verbali, ma quelle scritte nei cuori sì.
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