L'originalità napoletana di Salvatore di Giacomo
Pubblicato nel 1936, questo elogio di Salvatore di Giacomo è tra le più sorprendenti prose di Filippo Tommaso Marinetti, instancabile uomo d’avanguardia, secondo cui il grande poeta napoletano, considerato una voce della tradizione, è invece capace di dare «ai giovani una lezione futurista di instancabile marcia alla conquista del nuovo». Per Marinetti, Di Giacomo è un «blocco di sentimenti napoletanamente espressi, elevati all’intensità della grande arte, un dialetto perfezionato, reso poetico senza fronzoli; sintesi lirica raggiunta da un cuore napoletano, che immortala lo scugnizzo, il vicolo, l’assassino per amore, la bruna al balcone, la gelosia dialogante colla luna, la luna e le stelle giocano col mare».