Una donna fra i cacciatori di teste
Rituali sacri, teschi umani ad adornare abitazioni, palazzi e sentieri, una piazza sacrificale intrisa di sangue, viaggi su piroghe e canoe tra fiumi infestati di animali selvaggi, questo e molto altro ancora nei reportage etnografici di Titaÿna, la giramondo dei ruggenti anni Venti, l'avventuriera degli anni folli, in cui la giornalista francese ci rivela senza alcuna ombra di timore e con uno spirito da esploratrice, quel che accade nei meandri della giungla indonesiana, presso i Toradjas, una tribù di cannibali noti anche come «cacciatori di teste». Un viaggio ai confini del mondo allora conosciuto che finisce per rivelare il cuore di tenebra di una civiltà, quella occidentale, che attraverso lo sguardo di Titaÿna risulterà non così “civilizzata” come pretende di essere e in cui i suoi viaggi reali risultano altrettanto avvincenti di quelli solamente immaginati da Conrad o Salgari. Accompagnato da una cospicua serie di fotografie scattate dall'autrice stessa, a questo viaggio vengono qui affiancate le sue “Memorie di reporter”, una breve autobiografia professionale, in cui sono narrati gli improbabili aneddoti e le avventurose peripezie che caratterizzarono la vita di questa intrepida reporter, viaggiatrice, pilota d'aerei – definita a suo tempo «incantatrice di nuvole» – che passerà dai sacrifici cruenti nella giungla, atterraggi di fortuna in pieno deserto, viaggi in compagnia di ribelli beduini, furti rocamboleschi di teste di Buddha, alle interviste a Mussolini, Primo de Rivera e al ribelle Abd el Krim, fino alle più lussuose ed esclusive cerchie del jazzset mondano.
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