Mundus – come è attestato dall'archeologo Filippo Coarelli nel Lexicon Topographicum Urbis Romae – è un luogo della Roma arcaica che, rappresentando il punto di incontro tra cielo, terra e regno degli inferi, si poneva come centro simbolico della città . Ma, nel corso del tempo, il termine – come documentato dal Dictionnaire étymologique de la langue latine di Alfred Ernout e Antoine Meillet – è venuto dapprima ad indicare l'universo chiaro e luminoso (per l'appunto "mondo", pulito) dei corpi celesti, per poi restringersi al mondo terrestre. Una tipica struttura bipolare regge da millenni l'Axis Mundi e perimetra la "condizione umana" in tutte le civiltà del pianeta: sapere e credere, regole della ragione e potenza della fede. In questa cornice occorre inquadrare la rottura determinata dall'irruzione del fenomeno che Max Weber ha definito "razionalismo occidentale": quella spinta 'infuturante'del processo di secolarizzazione ha consentito all'Occidente di giungere al dominio globale al caro prezzo di un'alienazione dal mondo e di un'astrazione dal corpo. A partire da qui il libro prende in esame il radicale mutamento di forma che ha investito tutte le culture, dando luogo a una paradossale coabitazione di interdipendenza e diaspora, con il ritorno di conflitti endemici e della minaccia di guerra tra superpotenze, facendo riaffiorare nel cuore stesso dell'Occidente questioni cruciali come la 'realtà 'della fede in un mondo "postsecolare", o come il carattere 'visionario'della fisica postrelativistica e delle nuove frontiere della tecnoscienza e dell'Intelligenza Artificiale.
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