Anything goes
L'età del jazz raccontata come parte integrante e determinante della storia del Novecento, con le guerre, le ingiustizie, le rivolte e le rivendicazioni che lo caratterizzarono. Sembra di assistere a una jam session: mentre è in scena un personaggio con il proprio strumento se ne aggiunge un altro e poi un altro e via via un altro, ma a eseguire il concerto arrivano anche, in rapida successione e contemporaneamente, il teatro, il cinema, il circo, l'architettura, le vignette, il ballo, i corpi che prendono coscienza di sé e iniziano a liberarsi. È un affresco del secolo del jazz, la musica degli oppressi che riescono a vincere, con tutti gli elementi di una rivoluzione politica in note e fotogrammi: le idee, la rivendicazione dei diritti dei neri, le battaglie per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, gli scioperi, il socialismo e l'anarchia. E la massima delle ingiustizie di quel periodo: l'arresto, il processo farsa e la condanna a morte di Sacco e Vanzetti, che l'autore ci racconta con brevi notizie, simili a flash d'agenzia, svegliandoci dal sogno di una vita in musica attraverso la brutale realtà di una persecuzione.