Per un liberalismo comunitario. Critica dell’individualismo liberista. Antologia da HuffPost
L’universalismo etico-giuridico e quello economico stanno erodendo le radici della comunità nazionale. Si ritiene che il diritto, oggi, possa essere solo cosmopolitico, e pertanto non possa legittimare le frontiere di Stati che riservano la cittadinanza a un gruppo sociale e ne escludono tutti gli altri. L’economia di mercato, a sua volta, obbedisce a codici che travalicano anch’essi i confini nazionali: si compra – anche forza lavoro – dove è più conveniente e si vende dove sono previsti i più alti profitti. Diritto, finanza e industria, al pari delle scienze, hanno come teatro il mondo. L’alleanza tra gli eredi di Voltaire e i seguaci di Adam Smith, però, ha svuotato di ogni contenuto spirituale la “comunità di destino” che garantiva un tempo sicurezza e identità etico-sociale. Ogni difesa del “particolare” appare ormai come la via, talora persino lastricata di buone intenzioni, che porta agli Inferi. Non era questa la visione del liberalismo classico ottocentesco, per il quale la comunità politica era la base terrena su cui edificare le istituzioni civili e che, in quanto tale, doveva essere preservata e rinvigorita di continuo.