Spettri Diavoli Cristi Noi
Un uomo racconta, comincia da quando lui e il suo gruppo di amici - la Confraternita - ascoltavano le nenie delle vecchie che li mettevano in guardia dal Diavolo, da Belzebù, che aleggiava sulla loro giovinezza. E il Diavolo prende forme diverse in ogni storia che ferisce il paese - la Contea. Un paese sulle rive di un lago ai piedi di una montagna, dove i boschi transfrontalieri allungano la propria ombra, nascondono contrabbandieri e messe nere, lambiscono strade di provincia dove il male propaga in ferite che tutti vorrebbero dimenticare. C'è la morte di Frida, l'amata del gruppo, e c'è il Gigante dei traslochi. C'è Artù il muto, figlio del Gandhi, e c'è Arben l'albanese, con le sue cinque figlie e il loro improvviso destino. Ci sono personaggi che spariscono e riappaiono come fossero spettri. E c'è la scrittura di Ielmini che è potente, prodigiosa, plasma un mondo narrativo in cui a raccontare è la voce dell'amicizia che deve ricordare, per ritrovarsi, per non perdersi, lungo un arco di esistenza che va dagli anni '80 al nuovo secolo. La sua è la voce di un Noi che avvolge il lettore e lo conduce fino alla stretta finale, a tu per tu con il demonio che ha rubato ai ragazzi la loro innocenza.
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