Il ladro in caserma
Il ladro in caserma, la novella che valse a Tobias Wolff il PEN/Faulkner Award e qui introdotta da Marco Peano, mette in scena un racconto epico in cui il prezzo da pagare per un errore commesso da ragazzi rischia di essere incalcolabile. È l’estate del 1968 e al Fort Bragg, in North Carolina, ci sono tre nuove reclute ad affrontare il duro e a tratti assurdo addestramento da paracadutisti. La partenza per il Vietnam è vicina e le manifestazioni contro la guerra di quegli anni rimangono fuori e lontane dal microcosmo della caserma. Philip Bishop si lascia alle spalle Seattle e una storia familiare travagliata. Insieme a lui ci sono Hubbart e Lewis, anche loro matricole di questa scuola di preparazione alla guerra che diventa presto scuola di vita. Il Quattro luglio presidiano insieme un deposito di munizioni arrivando a compiere gesti avventati e ai limiti dell’insensatezza: ne nasce un rapporto quasi simile all’amicizia. Uno dei tre, però, è un ladro: piccoli furti giovanili, forse; o forse gesti disperati che lo portano a scontrarsi con la propria natura. In un centinaio di pagine, Wolff costruisce una struttura narrativa fatta di punti di vista diversi, di dettagli apparentemente insignificanti, di verità e bugie che uno dei tre protagonisti sta tessendo ai danni del lettore. Chi è che ruba in caserma? Chi sta mentendo e chi racconta la verità?
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