Le donne della Sardegna. Prima della storia
La documentazione archeologica relativa alla componente femminile della società della Sardegna preistorica e protostorica coincide pressoché totalmente con le rappresentazioni iconografiche che nel corso del tempo sono state elaborate con espressività più o meno esplicita. Le classi di fonti utilizzabili sono essenzialmente raffigurazioni bidimensionali, limitatamente alla piena preistoria, e figure tridimensionali litiche e metalliche, rispettivamente per la preistoria e per la protostoria. Immagini incise sulla superficie dei vasi, modellate nell’argilla, scolpite nella pietra, plasmate nella cera e realizzate con il bronzo fuso, che attraversano il tempo e sono specchio dei cambiamenti culturali e sociali che hanno interessato le comunità sarde negli oltre sei millenni che precedono le fasi storiche. Se nelle fasi più antiche della preistoria sarda le figure femminili coincidono con immagini a forte caratterizzazione naturalistica, attraverso un lungo processo di idealizzazione, si arriverà a rappresentazioni stilizzate espresse nelle cosiddette dee madri eneolitiche cui seguirà un lungo periodo, durato più di un millennio, di assenza iconografica. Ma le immagini femminili riappariranno in età protostorica, mostrandoci un’identità complessa costruitasi evidentemente attraverso un lungo processo culturale e temporale dal quale emergono figure di donne reali, rappresentate in piccole statue di bronzo che per il ricco abbigliamento e l’atteggiamento ieratico, rimandano a status e ruoli definiti e di rilievo all’interno della società sarda della prima età del ferro.
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