La metafora e il sacro
Nell’altrove che è qui, nell’altro mondo che è questo, alcuni esseri «abitando poeticamente» il tempo, facendosi mediatori e messaggeri, disegnano da sempre un’altra realtà sulla verità, come velo che protegga e sveli al contempo. Tra costoro Murena, che in questi saggi raggiunse l’apice della sua nitida riflessione su arte, poesia, spirito e realtà e indicò come compiere il passo, di lato, al di là, verso l’alto, oltre – il passo anacronistico nella luce. Consonante e risonante con altre voci (Weil, Campo, Zambrano), autore «contro il tempo», fedele al senso primigenio e aurorale della parola, Murena scrisse per «farsi degno del mistero». Intrecciò come in un ordito le sapienze antiche e le tradizioni millenarie alla sua arte di vedere, liberata da ogni pregiudizio dopo il «collasso» che gli svelò la caducità di ogni pensiero secondo le forme del tempo. Babele e il Tao, il mondo islamico ed ebraico, la poesia tedesca e la pittura spagnola, la filosofia greca e la musica sinfonica: accade solo rare volte che tanti e simili fili stiano insieme in un solo libro, in un disegno che ne scopre non la differenza, ma la profonda ed essenziale armonia.