Il sosia di Dio. Un’indagine su Anton Bruckner
L’organista della cattedrale di una città provinciale, Linz, ormai quarantenne, scrive una Messa coronata da un grande successo. L’esito di quella composizione, a Vienna, nonché la morte del suo professore di contrappunto, che insegna al locale Conservatorio, lo portano ad accettare una cattedra nella capitale dell’Impero. Da quel momento il poco colto ex-maestro di scuola dissemina con il suo dialetto incapace di divenire lingua letteraria sinfonie monumentali, laddove Brahms impone un penitenziale ritorno all’ordine. Invaghitosi di Wagner, non saprà mai fino a che punto Vienna odi chiunque inneggia al Wort–Ton–Drama. La sua musica, un po’ arcaica, un po’ visionaria, irriterà sia i custodi della Tradizione che i profeti dell’“Arte dell’avvenire”. Bruckner è ancora un mistero non indagato. Nessuno ne ha ricostruito il periodo di isolamento tra i villaggi del Voralberg, granaio dell’Impero, e prigione delle coscienze. Pochi hanno percorso le strade che lo condussero ad essere un genio inconsapevole di esserlo. Questo libro ne segue l’evoluzione in modo implacabile, individuando nel periodo oscuro della sua vita le premesse alla fioritura dei capolavori. In Bruckner, tutto avviene all’insaputa di lui stesso; eppure, la sua esistenza ha un andamento ineluttabile, per chiunque sappia quanto i traumi della vita possano divenire forze eccedenti le proprie stesse capacità.
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