Canova e il potere. La collezione Giovanni Battista Sommariva
Antonio Canova, corteggiato dai potenti della terra per i suoi capolavori, ebbe frequenti e intensi rapporti con alcuni protagonisti dell’ambiente politico, culturale ed economico lombardo, legati all’artista in qualità di committenti, consapevoli del forte messaggio che le opere d’arte portano con sé.Napoleone e la famiglia Bonaparte furono i principali attori della vita politica di Milano, città divenuta capitale del Regno Italico e che ebbe l’ambizione di diventare il maggior centro culturale italiano attraverso opere che la abbellissero. I Bonaparte si rivolsero allo scultore per poterlo annoverare nella propria collezione, a volte con l’intento di diventare loro stessi immortali proprio grazie allo scalpello di Canova.I rapporti intrattenuti da Canova con il territorio si estesero anche al mondo culturale e alcuni facoltosi personaggi divennero suoi committenti, come Giovanni Battista Sommariva: uomo di fiducia di Napoleone, divenne mecenate e collezionista per riscattare la sua immagine compromessa da pesanti accuse di corruzione e speculazione economiche. Destinò le sue ricchezze alla raccolta di opere d’arte, diventando tra i più grandi committenti di Canova.
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