Götz von Berlichingen dalla mano di ferro. Nuova ediz.
Apparso nel 1773, un anno prima del "Werther", il "Götz von Berlichingen dalla mano di ferro" fece subito scalpore: in aperto contrasto con i dettami della moda teatrale francese, tanto in voga alla corte di Federico il Grande, il dramma tutto moderno di Goethe fu accolto con plauso unanime dalla gioventù tedesca in odore di Sturm und Drang. A sconvolgere ed entusiasmare fu soprattutto il «contenuto nazionale e ribelle», come afferma Umberto Colla nella sua prefazione, nonché il linguaggio. Celebre il Götz-Zitat, la citazione dal "Götz" per eccellenza, quella in cui l'eroe, assediato nel suo castello, al messaggero che gli intima la resa risponde: «Di' al tuo capitano che di fronte a Sua Maestà Imperiale io ho, come sempre, il dovuto rispetto. Ma, quanto a lui, digli pure che può leccarmi il culo!». Questa nuovissima versione italiana del Götz (la prima risale al 1837) mira a restituirci oggi intatta la vibrante forza del protagonista, amico degli zingari e dei lupi selvaggi, padrone del proprio destino al di là delle altezze imperiali, nemico dei papisti e dei legulei.