La bottega di Anna
Cinque ragazzi, come continuavano a considerarsi anche se erano ormai uomini adulti e forse persino maturi, avevano deciso di salutare Anna e la sua bottega di alimentari, dove per tutta la loro infanzia avevano comprato il pane, i dolci e la colazione che si portavano a scuola. Si erano ritrovati per caso e si erano raccontati quello che avevano vissuto da quando si erano persi di vista [...] storie comuni a un'intera generazione, più drammatiche per quelli che erano nati e cresciuti in un quartiere dal nome così esotico e suggestivo come la Corea di Livorno. Un quartiere nato ai margini del consumismo, diventato ormai quartiere dormitorio, dopo che le famiglie che lo avevano vissuto erano state trasferite in altre zone della città e i nuovi arrivati, non avevano le radici e quel sentimento di appartenenza che caratterizzava coloro che in quelle strade avevano scarrozzato per tanti anni della loro giovinezza.
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