Il nuovo Terroni
"Terroni", il saggio di Pino Aprile che ha aperto una breccia nella retorica nazionalistica, è una di quelle letture che non si dimenticano. Non solo un sensazionale bestseller, ma un longseller che è entrato di prepotenza nel dibattito storico e civile, conferendo nuova consapevolezza e restituendo orgoglio. Un libro spartiacque, se è vero, come ha scritto Giordano Bruno Guerri, che dopo la sua pubblicazione nulla sarebbe più potuto continuare allo stesso modo, e avremmo avuto un'Italia e una storia "prima" e "dopo" "Terroni". Tutto questo accadeva più di un decennio fa: per questo oggi è più che mai necessario un "Nuovo Terroni". Una versione definitiva che ripropone quel libro manifesto con importanti integrazioni, e soprattutto con tre nuove e decisive parti, del tutto inedite. Le prove del massacro: uno studio inappuntabile e clamoroso, lungo appunto dieci anni, dimostra con dati demografici incontrovertibili la dimensione di quello che è stato un vero e proprio genocidio. Il caso Sardegna: ricostruendo la storia della presenza sabauda dal 1724 si scopre che i piemontesi anticiparono sull'isola tutto quello che poi fecero nel Regno delle Due Sicilie a partire dal 1861. Una parte del Paese considerata come colonia e terra di conquista, con saccheggi, stragi, privazioni di ogni diritto, plotoni di esecuzione itineranti che giustiziavano "alla voce". Le conseguenze politiche: con la nascita di iniziative e movimenti mai esistiti in un secolo e mezzo, e la conseguente denuncia di storture, diseguaglianze, iniquità. Ecco perché questo libro è destinato a diventare, oggi più che mai, un documento fondamentale per la comprensione della nostra storia e una cartina di tornasole per costruire il nostro futuro.