Il mondo si allontana? Il COVID-19 e le nuove migrazioni italiane

Il mondo si allontana? Il COVID-19 e le nuove migrazioni italiane

Il racconto inizia dai primi giorni della pandemia, con le fughe per tornare in Italia, o nella propria casa all'estero, con le quarantane dei "ragazzi confinati in una stanza d'affitto" - in dubbio se seguire le norme anticontagio italiane o quelle del paese straniero - delle loro paure per i propri cari in Italia, unite a quelle per la perdita del lavoro. La seconda parte raccoglie gli interventi di parlamentari, funzionari, docenti, esponenti di enti e associazioni che si interrogano sul futuro delle mobilità italiane e sui provvedimenti da adottare per i milioni di italiani all'estero e per quel milione e più di nuovi migranti italiani che hanno lasciato il paese negli ultimi anni. L'inchiesta, a cui hanno partecipato oltre 1200 italiani all'estero da non più di 15 anni, mostra che gli expat più integrati economicamente hanno affrontato bene il lockdown. La grande maggioranza ha continuato a lavorare, chi normalmente, chi in modalità teleworking, oppure ha usufruito di ammortizzatore sociali come la cassa integrazione, o l'aspettativa retribuita. Da tutte le testimonianze emerge che i più colpiti sono stati gli 'invisibili' - quelli arrivati negli anni recenti, i lavoratori precari della ristorazione e del settore alberghiero che spesso hanno perso il lavoro, o sono rimasti a casa senza stipendio. Ma la maggioranza delle centinaia di intervistati, cresciuta nella cultura della mobilità, ha risposto di non aver dubbi sulla propria scelta migratoria.
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