Vie di fuga. Sogni e strade di ciclisti che se ne vanno
Terreno di conquista e grandi imprese, ma soprattutto di fatica e sogni infranti, le fughe animano il ciclismo fin dalla sua nascita. Non c'è corsa ciclistica che non sia caratterizzata dal tentativo, apparentemente velleitario, di uno o più coraggiosi interpreti affamati di protagonismo e libertà. "Andare in fuga" nel ciclismo significa fare più fatica degli altri, scendere a patti con avversari imprevisti e imprevedibili, prendere in mano il destino di una giornata o di una carriera. Talvolta significa anche esplorare se stessi in profondità. "Vie di fuga" è un piccolo omaggio ai fuggitivi, insostituibili compagni di tanti pomeriggi trascorsi a osservare il ciclismo. Una raccolta in cui vengono ripercorse alcune fughe celebri, e in cui soprattutto ci si interroga sulle motivazioni che spingono i fuggitivi a una scelta tattica talmente azzardata da sembrare irrazionale. Completa la raccolta un piccolo diario dall'ultimo Tour de France di Alessandro De Marchi, uno dei grandi fuggitivi del ciclismo dei giorni nostri. Prefazione di Enrico Brizzi.
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