La tirannia delle mosche
Casandra, Caleb e Calia sono bambini molto particolari. Casandra, la più grande dei tre, è attratta sessualmente dagli oggetti. Suo fratello Caleb, manifesta il nefasto talento di provocare la morte d’ogni animale che gli si avvicina. Calia, che dei tre è la più piccola, non parla mai e gli animali invece li disegna, ma con la capacità di rappresentarli in maniera iperrealista. Figli di una donna che li disprezza e di un militare caduto in disgrazia la cui balbuzie lo porta a chiamare i tre Cacasandra, Cacaleb e Cacalia, trasformando in merda nomi e vita dei fratelli, i tre si uniranno nella lotta contro il dispotismo genitoriale, cercando di porre fine a quella farsesca struttura oppressiva che è la (loro) famiglia. Ricorrendo a una prosa frenetica e irriverente, Elaine Vilar Madruga narra una storia a tratti macabra, divertente e ironica, a volte disturbante, repellente persino, ma sempre ipnotica, ricca di metafore e dolore.
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