VentiVentuno. Le forme del nostro tempo
Un libro, questo, che appare misuratamente e intenzionalmente diviso in due parti, entrambe però pezzi inscindibili di un'unica risposta affidata alla scrittura di versi: la prima parte, (...), interamente dovuta a Raffaele Giannantonio; la seconda parte, coralmente risultante da una pluralità di voci poetiche, tutte egualmente valide e convincenti, che però sembra sostenere perfettamente, insieme alla prima parte, l'unitarietà completa (e complessa) del volume. (...) Una poesia, quella di Giannantonio, che fornisce nitida l'impressione di una costruzione (...) i cui singoli pezzi, le parole, non siano affatto scelte a caso: al contrario, selezionate sulla base della loro consistenza e capacità di tenuta nell'edificio complessivo della poesia. (...) Ruit hora. Il tempo scorre e precipita verso il gorgo dell'incognito: un tempo non più cronologicamente misurabile, ma un tempo della coscienza, un tempo dell'essere, non più costretto e ristretto nell'esistente, un tempo dilatato di immagini ed emozioni, un tempo che non è più "nostro", non più a noi contemporaneo, ma trascendente la nostra breve e fatua provvisorietà. È, questo, il tempo dei poeti.
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