Il partigiano americano. Una storia antieroica della Resistenza
Renato Berardinucci è nato in America, terra della libertà e delle opportunità per i suoi genitori emigrati dall'Abruzzo, e per lui l'Italia è un luogo dell'anima. Visto da lontano il fascismo gli ha dato l'orgoglio delle origini, ma quando dal college di Philadelphia si ritrova al liceo classico di Pescara, l'amico Hans, ebreo viennese, gli apre gli occhi. Il devastante bombardamento di fine agosto 1943 e il disastro dell'8 settembre seguito dall'occupazione tedesca, lo spingono alla scelta della resistenza. Crea una banda partigiana formata da giovani come lui ai quali trasmette una carica ideale. È abile nei travestimenti, sfida più volte la sorte, e in uno scontro a fuoco uccide un ufficiale tedesco. Con l'arrivo degli Alleati decide di compiere un'ultima missione. La madre ha un presagio e vuole seguirlo. Lo vedrà morire mentre si sacrifica per salvare i compagni dal plotone d'esecuzione. Abruzzo 1957. Un'auto percorre le strade polverose dell'interno. L'anziano uomo sul sedile posteriore è tornato dagli Stati Uniti per cercare la spia fascista che nel 1944 aveva consegnato il figlio partigiano ai tedeschi. Renato Berardinucci (Philadelphia 1921 - Arischia 1944) era stato ucciso da un plotone d'esecuzione a soli 23 anni. Poco prima della scarica fatale, si era gettato contro i soldati per salvare i compagni, davanti agli occhi della madre impazzita di dolore. Dopo tanti anni, consegnano una medaglia d'oro al valor militare al padre Vincenzo, che invece è in cerca di un'impossibile vendetta. Una storia vera.
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