Pizzini
Individuo banale e amorale, Claudio Terranova non si è mai impegnato oltre i propri interessi, sopravvive da sempre di espedienti e non si discosta troppo dalla feccia di furfanti e traffichini che frequenta abitualmente. Quando, a cinquant'anni, la vita gli presenta il conto, Terranova è già un uomo finito: è rimasto solo, al verde, e sta per essere sbattuto fuori di casa. L'attende un suo incubo ricorrente, quello di finire in mezzo alla strada e diventare un barbone. L'unico al mondo a cui poter chiedere aiuto è il suo dirimpettaio, l'inumano e vecchissimo Gino Fiumefreddo, personificazione assoluta del male benché elargitore di laute mance. Li lega fin dal primo giorno un rapporto ambiguo e opportunista, ma chi gioca il ruolo da primario tra i due è il vecchio Gino, che conduce un'esistenza trasversale, che si nutre d'odio e solitudine. Chi è in realtà Gino Fiumefreddo? E chi sono le persone che crediamo di conoscere, i vicini, gli amici, gli amori o gli estranei che attraversano la nostra strada soltanto per pochi istanti? Dalla notte in cui Fiumefreddo soccomberà alla propria perfidia, Claudio si ritrova erede di un lascito oscuro: la casa di Gino è un labirinto disseminato di indecifrabili tracce d'inchiostro e travisati messaggi in bottiglia, in cui Terranova, nel disperato tentativo di ritrovarsi, finirà col perdersi.