La togneta
Ligio Zanini, il più autentico poeta istriano nell'antico idioma istroromanzo della natia Rovigno, l'autore del romanzo Martin Muma, che narra come nessun altro l'incanto e lo strazio dell'Istria lacerata dagli opposti totalitarismi che ne hanno segnato la storia nel XX secolo, conclude poco prima della morte questo singolare trattato piscatorio, facendone uno scrigno di meraviglie. La togneta, diminutivo di togna, è la lenza a mano, un filo di nylon al cui estremo ci sono un piombo e un amo, lo strumento povero del tognante, il pescatore pensante, rispettoso della preda e del mare, profondo conoscitore delle specie ittiche e delle loro abitudini, dei fondali e delle correnti, della meteorologia e delle tradizioni materiali della pratica piscatoria, dei codici d'onore nella lotta ad armi pari con i pesci, ai quali va sempre offerta una via di fuga, se sanno guadagnarla con l'intelligenza. L'opera bipartita (nella prima parte si passano in rassegna le regole generali e l'attrezzatura, nella seconda l'arte della lenza a mano vera e propria) finisce per essere molto di più di un semplice manuale, si legge in controluce anche come un eccentrico profilo antropologico di una grande civiltà quasi estinta e – nella minuziosa precisione delle descrizioni, nella ricchezza del lessico marinaresco, nella straordinaria sapienza che dai gesti filtra nelle parole, nelle improvvise accensioni, ora aspramente polemiche, ora intrise d'amore per l'ambiente naturale in cui il tognante è immerso e opera – tocca vette di vera, ora dissonante, ora pacificata, poesia.