Libro d'ore
«La poesia di Ely è il sorprendente resoconto di un viaggio trasversale nel presente della sua Inghilterra e al contempo dell’Europa e dell’Occidente, attraverso un profondo scavo dentro la Storia, sempre strettamente intrecciata alle vicende contemporanee, dal momento che ‘la memoria è resistenza’ e che il tempo odierno ha accelerato e sta portando a compimento molti dei processi avviati nel secolo scorso, forse ben oltre la nostra consapevolezza». Così scrive Manuela Giabardo nell’introduzione alla raccolta di una delle maggiori voci della poesia inglese (ed europea) contemporanea, per la prima volta tradotto in Italia. Una lucida esplorazione delle forme del Male umano, dall’impianto sorprendente, in un “tessuto lirico”, come rileva Matteo Vercesi nella lettera all’Autore riportata nel volume, “che ha la dinamica visionaria di un antico arazzo inquinato dal contemporaneo”, ove “si coaugulano come grumi di sangue storia medievale e moderna, mitologia pagana, violenza, speranza ed etica, lacerti filosofici e gnomici, Bibbia, politica e cultura popolare. L’Inghilterra ne esce smembrata: tutte le lotte intestine del suo passato, la memoria coloniale e il dolore perpetrato a popoli e individui, unitamente al disgregarsi dell’identità collettiva nell’era Brexit, sono rese in un linguaggio che ha tono epico, pur nella frammentazione costante del ritmo e dei codici”. A rimanere, come sopravvissuta al succedersi delle stagioni e dei secoli, una natura arcaica, primitiva: “[…] Le campanule sonnecchiano tra la torba, come / sempre in questo periodo, fin dallo scioglimento dei ghiacci, / prima che le asce di pietra risuonassero / nella foresta e gli aratri a mano aprissero le zolle. / Forse sono stati loro, i nostri padri neolitici, / a disporre in cerchio le steli sulla collina, a lungo / ridotte in pietre da muratura dalle mazze / demolitrici dei puritani? Solo il nome / e il mistero restano. Lettera all’autore di Matteo Vercesi.