Gli strani casi del Club 22
Napoli, 1962. Il Club 22 è il night più amato della città. Sarà perché il proprietario, il Cavalier Eduardo De Angelis, lo gestisce con generosità e intelligenza. Sarà perché Natalia de Gennaro, meglio conosciuta come Natascia, sa capire i clienti – e convincerli a ordinare carissime bottiglie di “finto champagne” – meglio di chiunque altro. Sarà perché Samuele Caputo, al secolo Sam, è un pianista che non fa rimpiangere il suo omonimo di Casablanca quando suona i successi americani del momento, tradotti rigorosamente in napoletano. Soprattutto, poi, sarà perché vi si esibisce Lucia Cecere, in arte Lucy Del Re, la donna più bella di Napoli, una creatura angelica, su cui il Padreterno ha lavorato “curando ogni singolo dettaglio, per evitare qualsiasi imperfezione”. Le notti spensierate del club sono però turbate dalla presenza di un avventore che ogni sera si siede al tavolo centrale, ordina un Campari, non parla con nessuno e spande intorno a sé una cappa di gelo e tristezza, guastando gli affari. Il Cavalier De Angelis e i suoi sodali decidono di interrogarlo e scoprono che, a modo suo, sta cercando di farsi notare. È corsa voce che al Club 22 sappiano risolvere i problemi dei più sventurati, e lui, Giovanni Ramaglia, è un vero fuoriclasse della sventura. Un uomo buono, troppo buono, minacciato da uno strozzino e invischiato in terribili affari... Così proprietario e dipendenti mettono insieme un’improbabile, irresistibile squadra investigativa. Francesco Pinto rievoca ad arte la Napoli degli anni Sessanta con i suoi protagonisti, le sue musiche e le sue atmosfere, immergendola, con ironia e nostalgia, in un meccanismo giallo di gran ritmo, divertente, coloratissimo e sempre sopra le righe. Un’avventura di eroi scalcagnati e pure meravigliosi, che ben rappresentano l’anima di una città ricca di bellezza, splendore e incantevole voglia di vivere.