Migrazioni alle frontiere europee
Il libro evidenzia, delle migrazioni non richieste verso l'Europa, il carattere intrusivo, disordinato, non rispettoso delle frontiere, contrario ai principi dell'Onu che le vorrebbe ordinate, sicure, regolari. La pubblicistica che non le contesta per tale carattere continua a ripetere l'assioma della mobilità umana a crescita esponenziale quale elemento strutturale del mondo globalizzato, come legittimando un tendenziale disconoscimento delle frontiere ed il diffondersi di umanitarismi solidali al fenomeno. Il risultato ne è lo stravolgimento, ad opera spesso di interessi profittatori criminali, della legge del mare, da regola del salvataggio di naufraghi casuali a salvataggio programmato di migranti miranti a raggiungere l'Europa. è l'immigrazione per sbarco, non richiesta, e a risultati incerti e marginali. Nel 2021 solo il 4,3% di essa raggiunge la Spagna. Il quadro è completato con le carenze normative dell'Unione europea e le impotenze dell'Unione africana e dell'Onu sulla sicurezza del porto di Tripoli, che non riescono a controllare, alimentando tale migrazione talora assieme alla politica fragile dei paesi di provenienza, che compaiono in parte al vertice nelle classifiche internazionali per corruzione, vanificando risorse offerte dai vari "piani Marshall" per l'Africa, fermo restando il primato del continente per numero di guerre nel mondo. La minaccia di Erdogan di lasciar entrare in Europa dalla Turchia 3.500.000 profughi siriani perché non assecondato nella sua politica aggressiva in Siria pone l'Unione europea di fronte alla necessità di esternalizzare le sue frontiere e i luoghi d'inoltro delle istanze di soggiorno secondo accordi con paesi fuori della Unione, e rivedere il ruolo geopolitico delle sue istituzioni nelle relazioni internazionali. Altro che retorica di apertura di canali di immigrazione.
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