Liberi di vivere. Il senso delle cose oltre la finitezza della vita

Liberi di vivere. Il senso delle cose oltre la finitezza della vita

Tutti siamo a conoscenza del fatto che dobbiamo morire, ma lo sappiamo veramente? Negli anni facciamo esperienza della morte, della malattia, della vecchiaia: ma quanto siamo consapevoli che la vita che ha avuto inizio con noi — come tutto ciò che ha inizio in un tempo e in uno spazio — avrà una fine? Eppure senza questa consapevolezza non possiamo avere percezione della nostra stessa dimensione e condurre una vita libera, da individui liberi. È un paradosso: se non sappiamo la morte, non sapremo vivere. Vito Mancuso ci accompagna in una intensa riflessione su cosa significa accettare la finitezza dell’essere anche quando le domande restano senza risposta e la ricerca di un senso appare impossibile. Indipendentemente da come ognuno veda il dopo o concepisca l’eternità, che creda nelle fede religiosa, nel destino o nella fatalità, queste pagine — spirituali, ma non dogmatiche — segnano tracce per comprendere la preziosità della vita e viverla nella coincidenza di etica ed estetica, del bello e del bene. Perché solo se siamo bellezza, e produciamo bellezza, possiamo avere consolazione di fronte all’idea della fine.
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